Saturday, December 31, 2011

PIETRO GIOVACCHINI (patriota della Corsica italiana)

PETRU (PIETRO) GIOVACCHINI ….......Un patriota esule in Patria

Chi era Petru GIOVACCHINI, irredentista corso, uomo d’azione dalla vita avventurosa e dal fulgido ingegno, dottore in medicina e chirurgia e poeta romantico? Qual’era il suo bellissimo sogno, rimasto purtroppo irrealizzato, d’una Corsica libera ed unita alla Madrepatria italiana, nel contesto del movimento irredentista corso negli anni ‘30 e ‘40? …In effetti, per conoscerlo veramente ed apprezzarne il pensiero e l’opera, occorre ricostruire, almeno per sommi capi, la sua storia affascinante.
L’Eroe nacque nel bel paese di Canale di Verde, nella parte centro-nord-orientale della Corsica, il 1° febbraio del 1910, da antica e nobile famiglia di schiettissimi sentimenti italiani. Quando il Nostro venne alla luce, il regime di occupazione francese sulla sua terra si protraeva da ben 140 anni circa, schiacciando tutto ciò che di italiano esisteva. Sin da giovinetto, collaborando con il benemerito giornale autonomista “A Muvra” (…”Il muflone” in dialetto corso; l’animale simbolo che libero s’inerpica sulle alte vette dell’isola), diede impulso e consistenza alle sue idee di libertà, italianità per la sua isola. Ben presto cominciarono i problemi con le autorità occupanti parigine: già nel 1927 venne espulso dal francese “Lycée National” di Bastia per i suoi sentimenti di italianità. Fondò il periodico “Primavera” che, in seguito, fu sequestrato dalla polizia francese. In questa rivista pubblicò la prima raccolta di poesie “Musa Canalinca”, mentre nel 1930 diede alle stampe “Rime notturne”.
Continuò ad essere un instancabile attivista ed irriducibile assertore del ricongiungimento della propria Isola alla Madrepatria Italia, si rafforzarono i contatti con attivisti irredentisti della cultura italiana ed amici della Corsica in ogni parte della penisola, avendo sempre peggior problemi con le autorità d’occupazione di Parigi, che lo tenevano sotto stretto controllo e lo avevano privato dei documenti di “espatrio” (dato che la nostra cara Corsica, aihnoi, risultava formalmente …Francia!). Conseguentemente, deluso - per il suo carattere indomito e battagliero - dalle morbide direttive d’azione del movimento autonomista corso, con seri rischi, ritenendo di avere più possiilità di successo pr la lotta di liberazione intrapresa, decise di fuggire nella vicina Penisola.
Qui venne accolto fraternamente. Nel 1930, ristabilendo orgogliosamente e coraggiosamente le antiche consuetudini della gioventù corsa, venute in decadenza a cagione delle “pressioni” e della ostilità delle autorità di occupazione parigine, s’iscrisse all’Università di Pisa, alla facoltà di medicina e chirurgia. Nel contempo, era stato chiamato alle armi dal governo francese e, essendo di nascosto tornato sull’isola, venne arrestato e internato in Francia al Fort de la Drette. Dovette anche servire la Francia quale soldato di leva! Ritornato a fine ferma nell’Isola, niente meno che nel settembre 1933, le autorità “pinzute” gli negarono il visto d’ingresso in Italia e lo tennero sotto stretta “sorveglianza” …il 1° ottobre dello stesso anno, infine, fù costretto a fuggire definitivamente dalla sua amatissima Isola, su una fragile barca e, dopo 3 giorni di avventurosa navigazione, approdò sulla dirimpettaia costa toscana nei pressi di Pisa.

Da questo momento in poi, l’opera dell’Eroe appare vorticosa e travolgente, il suo irredentismo, ampiamente sostenuto dal Governo italiano, che fieramente reclamava l’Isola Sorella, andava divampando come fuoco! Il 27 Novembre 1933 fondava a Pavia i famosi e benemeriti “Gruppi di Cultura Corsa” che, successivamente, si trasformeranno apertamente negli ancor più famosi e benemeriti, quanto indomiti “Gruppi d’Azione Irredentista Corsa”. Nel 1936 si laureava in medicina e chirurgia e, subito dopo, partiva volontario, quale ufficiale medico di un Reggimentio di CC.NN., per l’Africa Orientale Italiana, allora in costruzione. Si ammalò di malaria e, nel luglio del 1937, dovette rientrare in Italia, ma solo perchè costretto dalle ragioni di salute. Non pago, subito ripartiva volontario per la guerra civile in Spagna. Per la sua operosa abnegazione e per il suo coraggio (…tipici caratteri dei fratelli corsi) gli vennero concesse sul campo diverse decorazioni e la medaglia di bronzo al valore militare.
Nel giugno del 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia, L’Eroe infiammava letteralmente la Penisola con mille manifestazioni invocanti l’unità della Corsica all’Italia. Nel 1942, per i suoi meriti patriottici, Petru GIOVACCHINI venne nominato Consigliere Nazionale nella XXX Legislatura e rappresentante della Corsica presso la Camera Italiana (Camera dei Fasci e delle Corporazioni). La sua benemerita creazione, i “Gruppi d’Azione Irredentista Corsa”, successivamente viene eretta in Ente Morale, grazie al lascito della nobildonna Pia BOSI di San Cesario sul Panaro, conquistata alla causa di redenzione dei fratelli Corsi.
In seguito ai tristi avvenimenti del luglio 1943 prima, ed aprile 1945 poi, l’alacre ed apassionata attività del GIOVACCHINI venne, suo malgrado, fortemente ridimensionata a causa di quelle ben note vicende. Nell’immediato dopoguerra, passata la prima ventata di persecuzioni, da parte delle vendicative autorità “pinzute” che ripristinavano lo status-quo padronale del loro possedimento Corsica, l’indomito Eroe venne condannato a morte in contumacia, nell’ottobre-novembre 1945, dal Tribunale Militare Supremo dello Stato Francese, in Bastia. Di tale condanna egli fù sempre altamente orgoglioso! Nel dopo guerra, riprese la sua funzione di medico condotto in un ospitale paese del Lazio, Canterano in provincia di Roma, che tanto gli ricordava, per la circostante verde natura, per il carattere e per il dialetto degli abitanti, l’indimenticato paese natio di Canale di Verde e la sua Isola tutta. In questo borgo accogliente, amato e rispettato da tutti i paesani, minato da un male contratto in guerra, GIOVACCHINI, il grande patriota ed eroe che solo si definiva “CORSO”, in assoluta onestà e povertà, rese l’anima al Signore il 29 settembre 1955, confortato dai non molti abitanti di varie contrade dell’Italia unita e corsi che, dopo gli immani sconvolgimenti, ancora fieramente credevano nei valori eterni di Patria ed unione sociale.
Con la sua morte, finiva l’epopea della avventurosa vicenda terrena dell’Eroe “Corso tra i Corsi” e, perciò, “Italiano tra gli Italiani”.
Un velo di oblio è sempre stato deliberatamente steso, sulla figura dell’Eroe e sulle sue vicende, dalla Francia dominatrice e dai tanti governi immemori della penisola, ma occorre infine far sapere che ci furono, nonostante la repressione pinzuta e la forzata diseducazione all’italianità, accanto al Nostro Petru GIOVACCHINI, dei corsi che si arruolarono volontari in Italia, facendosi onore nella guerra civile di Spagna.
Anzi, è proprio dalla terra insaguinata di Spagna che, Petru GIOVACCHINI ed altri giovani isolani aderenti ai benemeriti “Gruppi d’Azione Irredentista Corsa”, lanciarono nel settembre del 1938, un manifesto che merita di essere riprodotto, perchè vibra tutto di quell’indomità fedeltà alla Madre Patria di cui il grandissimo Eroe Pasquale PAOLI, precursore dell’illuminismo italiano, fù la figura più radiosa:
…AI FRATELLI D’ITALIA.
ITALIANI, NON DIMENTICATE LA CORSICA!
NON DIMENTICATE LA CORSICA, TERRA ITALIANISSIMA, CHE PER DUE MILLENNI DIVISE LE SORTI DI ROMA IMPERIALE, DI ROMA PAPALE, DI PISA E DI GENOVA; NON DIMENTICATE I CORSI, GENTE DI NOSTRA GENTE, CHE HANNO SANGUE ITALIANO NELLE VENE, CHE PARLANO UN IDIOMA ITALIANISSIMO.
ITALIANI, NON DIMENTICATE LA CORSICA!
I NOSTRI AVI LOTTARONO STRENUAMENTE, FEROCEMENTE, PER RIMANERE ITALIANI. FURONO PIEGATI DALL’ORO E DAL TRADIMENTO FRANCESE, NON DALLE ARMI. LA STORIA DI QUESTA DOLOROSA PASSIONE HA PAGINE FULGIDISSIME DI EROISMI. OGNI UOMO ERA ALLE ARMI; LE DONNE ED I FANCIULLI, PUR DI AIUTARE NELLA RESISTENZA CONTRO I FRANCESI, ERANO AL LATO DEI SOLDATI E, SE ALCUNO RIMANEVA FERITO, SI PONEVANO DAVANTI AI VALIDI PER FAR LORO SCUDO; I SACERDOTI, PRIMA DELLE BATTAGLIE, ADUNAVANO IL POPOLO IN CHIESA E, DAVANTI AL SANTISSIMO, FACEVANO “GHJURARE DI UN ESSE MAI FRANCESI”; I SOLDATI PRIMA DI MORIRE LANCIAVANO L’ESTREMO ATTO DI FEDE: “EU SO ITALIANU”.
ITALIANI, NON DIMENTICATE LA CORSICA!
LA FRANCIA UCCIDE SISTEMATICAMENTE QUELLO CHE ANCORA DI ITALIANO RIMANE NELL’ISOLA DOPO SECOLI DI DOMINAZIONE STRANIERA. PROIBISCE LA LINGUA ITALIANA, CHE E’ LA LINGUA DEL POPOLO, NELLE SCUOLE, NELLE CHIESE, NEI TRIBUNALI. STRAPPA I NOSTRI GIOVANI DALLA LORO TERRA E LI MANDA NELLE COLONIE E LI RESTITUISCE, DOPO POCHI ANNI, AMMALATI ED INVALIDI. LE CAMPAGNE SONO INCOLTE, LE INDUSTRIE MORTE, I PAESI CADENTI E SPOPOLATI.
ITALIANI, NON DIMENTICATE LA CORSICA!
CHI FRA NOI MANIFESTA LA SUA SIMPATIA VERSO L’ITALIA, ANTICA MADRE, VIENE PERSEGUITATO. LA SCHIERA DI ESULI RIFUGIATI IN ITALIA AUMENTA SEMPRE DI PIU’. SIAMO FUGGITI DALLA NOSTRA ISOLA E SIAMO VENUTI TRA VOI, NOI, ITALIANI FRA ITALIANI E FRATELLI TRA FRATELLI, PER DIRVI:
ITALIANI, LA CORSICA MUORE!
ITALIANI, NON DIMENTICATE LA CORSICA!
Viva L’italia, Viva la Corsica Italiana!
Onore a Petru GIOVACCHINI! ========================================================================

Da Tradurre: '''SALERNITANA DEL TUY''' {{Ficha de equipo de fútbol | Nombre = Salernitana del Tuy | Nombre completo = Salernitana del Tuy Fútbol Club | Apodo(s) = ''STY'' | Fundación = 2003 | Desaparición = 2005 | Estadio = Efren Rodriguez
[[Ocumare]], {{bandera|VEN}} [[Venezuela]] | Capacidad = | Inauguración = | Presidente = | Entrenador = | Liga = | temporada = 2003-2004 | posición = 5° }} La '''Salernitana Tuy''' fue un equipo profesional del futbol [[Venezuela|venezoano]][https://forovinotinto.com/equipos/perfil.php?id=sty Vinotinto: STY]. ==Historia== El equipo fue fundado en el 2003 por [[Italo venezolanos|Italianos]] originarios de la provincia de la ciudad del sur de Italia llamada [[Salerno]]. El equipo fue creado en [[Ocumare del Tuy]], estado Miranda, para la numerosa comunidad italiana residente en esta ciudad venezolana. El equipo jugaba en el estadio "EFRÉN RODRÍGUEZ" de Ocumare y participó en el campeonato (3) 2003-2004 de la Liga de Futbol de Venezuela[https://www.rsssf.org/tablesv/venez04.html. RSSSF] El torneo fue bastante positivo pare el equipo, que llegó de quinto y jugó junto con: *1.[[Hermandad Gallega Fútbol Club|Hermandad Gallega de Valencia]] *2.Ban Valor FC *3.[[Deportivo Miranda Fútbol Club|Deportivo Miranda F.C.]] *4.Yaritagua FC *5.Salernitana del Tuy *6.Academia Maracay El equipo estaba asociado con el [[Era D'Ambrosio del Deportivo Italia|Deportivo Italia]] de [[Caracas]] y recibió algunos jugadores de este equipo como refuerzos en el 2004.Estos jugadores de la reserva juvenil del Deportivo Italia jugaron contra el Academia Maracay, anotando los dos goles de la victoria del Salernitana del Tuy Por razones financiarias el equipo fue anulado en el 2005. ==Notas== ==Véase también== * [[Fútbol de colonias en Venezuela]] * [[Era D'Ambrosio del Deportivo Italia]] [[Categoría:Equipos de fútbol desaparecidos de Venezuela]] ================================================================================================== ================================================================================ '''SALERNO LONGOBARDA''' Salerno fu conquistata per la prima volta dai longobardi del principe [[Arechi I]] nel 620 AD e da allora per cinque secoli fino al 1077 la città di [[San Matteo]] fu dominata da una minoranza di origine germanica, che le ha lasciato un'impronta indelebile: con il [[Principato di Salerno]] di [[Guaimario IV]] Salerno divenne praticamente la prima capitale di tutto il meridione continentale italiano (unificato per la prima volta dai tempi della fine dell'impero romano). Inoltre la Salerno longobarda ebbe la prima "università" di medicina in [[Europa]]: la famosa -internazionalmente e storicamente- [[Scuola Medica Salernitana]]. ==Storia== Salerno -pur essendo al centro costiero della regione [[Campania]]- ha sempre avuto "origini" settentrionali nella sua storia: fu fondata dai [[Romani]] in un teritorio [[etruschi|etrusco]]la sezione di [[Fratte]] ha origini etrusche. E' un rione periferico di Salerno, sede di un [[Area archeologica etrusco-sannitica di Fratte|parco archeologico etrusco-sannitico]]. A differenza della vicina [[Napoli]] che fu fondata dai [[Greci]] e poi dominata dai [[Bizantini]], Salerno "romana" divenne "longobarda" nel settimo secolo, avendo una popolazione [[Romanici|romanizzata]] con una numerosa minoranza germanica quando [[Arechi II]] fondò il [[Principato di Salerno]] nel 774 AD. Studiosi come AjelloDocente dell'Università di Salerno ([https://www.edisud.it/index.php?route=product/author/info&author_id=263]) stimano che nell'ottavo secolo a Salerno oltre un terzo della popolazione parlava ancora la [[lingua longobarda]] mescolata notevolmente con parole e frasi [[lingua romanza|neo-latine]]. Il professore Ajello afferma che a Salerno in quel secolo su una popolazione di circa 6000 abitanti, oltre 2500 erano longobardi. Ed erano concentrati nel quartiere alto del centro storico, sul colle dove vi era il Castello di Arechiancora oggi nelle prime c;assi delle scuole elementari dell'area urbana di Salerno sulle pendici iniziali del "monte Bonadies" (sulla cui cima c'e il castello) la maggioranza dei bambini ha capelli castano-biondastri ed occhi parzialmente chiari Dopo una lunga lotta tra i [[Bizantini]] ed i [[Longobardi]] nkiziata intorno al 620 AD, nel 646 AD la città cadde definitivamente in mano a questi ultimi come parte del [[Ducato di Benevento]], anche se le testimonianze di presenze longobarde, già a partire dal [[VI secolo]],sono accertate dal ritrovamento di una tomba, nel [[Complesso archeologico di San Pietro a Corte]], di una bambina di nome Teodonanda, morta il 27 settembre [[566]].Luciana Baldassarri, ''"Salerno nella leggenda"'', p.13, ed. BiMed, ISBN 88-88543-00-7 Con l'avvento della [[Regno longobardo|dominazione longobarda]] la città conobbe il periodo più ricco della sua storia, durato più di cinque secoli. Nel 774 AD il principe di [[Benevento]] [[Arechi II]] decise di trasferire la sua corte a Salerno. La città acquistò importanza e furono edificate numerose opere, tra cui la sontuosa reggia, della quale rimangono tracce sparse nel centro storico, edificio a cui si affiancava la Cappella Palatina ([[Chiesa di San Pietro a Corte (Salerno)|Chiesa di San Pietro a Corte]]). Nell' 849 AD il ''[[Principato di Salerno]]'' divenne indipendente da [[Benevento]], acquisendo i territori del [[Principato di Capua]], la [[Calabria]] settentrionale e la [[Puglia]] fino a [[Taranto]]. {{Quote|''Ludovico II, imperatore del Sacro Romano Impero, patrocinò l’accordo di divisione del Mezzogiorno longobardo in due principati distinti, con capitali Benevento e Salerno. Il testo dell’accordo, datato fra il 12 maggio 848 e il dicembre dell’849, richiama l’autorità imperiale......Siconolfo ottenne una serie di "loca et gastaldata", che disegnano un’area coincidente con la fascia tirrenica e meridionale dell’antico ducato beneventano, da Cosenza, Cassano e Taranto a Sud fino a Sora a Nord'' Treccani}} ==Dominio del meridione continentale d'Italia== A partire dal principe [[Siconolfo]], che si titolò come " Langobardorum gentis princeps", Salerno divenne la capitale di un principato che arrivò a controllare con [[Guaimario III di Salerno|Guaimatio III]] e [[Guaimario IV]] tutto il meridione continentale italiano. Infatti con il principe Guaimario III (che governò dal 994 al 1027) , [Salerno entrò in una fase di grande splendore, testimoniato dall'iscrizione ''Opulenta Salernum'' incisa sulle monete del tempo. A lui si deve la riduzione a vassalli del [[Principato di Salerno]] delle città di [[Amalfi]], [[Gaeta]] e [[Sorrento]] e l'annessione di molti dei possedimenti [[Impero bizantino|bizantini]] in [[Puglia]] e [[Calabria]]. ==Note== ================================================

{{Edificio religioso |Nome = Chiesa di San Massimo |Immagine = Palazzo San Massimo Chiesa Sconsacrata.jpg |Larghezza = |Didascalia = Interno della chiesa sconsacrata |SiglaStato = ITA |Regione = [[Campania]] |NomeComune = [[Salerno]] |Latitudine = 40.68031 |Longitudine = 14.75632 |Religione = Cattolica |Ordine = |AnnoConsacr = 868 AD |AnnoSconsacr = |Fondatore = [[Guaiferio di Salerno|Guaiferio I]] |Architetto = |StileArchitett = [[Architettura romanica|romanico]] |InizioCostr = IX secolo |FineCostr = |Demolizione = |Sito = }} La '''Chiesa di San Massimo''' di [[Salerno]] è una chiesa originariamente [[Langobardia Minor|longobarda]] che si trova nel [[Centro storico di Salerno|Centro Storico]] della città di San Matteo, sulle pendici iniziali del "Monte Bonadies" (dove sorge il [[Castello di Arechi|castello longobardo di Arechi]])[https://peppecarpentieri.wordpress.com/2021/06/09/salerno-nel-medioevo/#jp-carousel-15584 Mappa della Salerno altomedioevale, dove (cliccando doppio per ingrandire) col numero 24 si nota la Chiesa/Palazzo di San Massimo] . ==Storia== La chiesa si trova all'interno del [[Palazzo San Massimo]], costruito dal [[Principi di Salerno|Principe]] longobardo [[Guaiferio di Salerno|Guaiferio]] (861-888). Infatti quando il breve principato di [[Dauferio Balbo|Dauferio]] si concluse, il figlio Guaiferio vide confluire nelle proprie mani molti possedimenti e cercò di avviare una politica di accentramento patrimoniale. Benché quasi certamente non mancarono anche fattori di ordine religioso, quelli di natura pratica diedero probabilmente il via alla fondazione della chiesa di San MassimoVito Lore "La chiesa del principe. S. Massimo di Salerno nel quadro del Mezzogiorno longobardo" ([https://www.academia.edu/7494047/La_chiesa_del_principe_S_Massimo_di_Salerno_nel_quadro_del_Mezzogiorno_longobardo]). Nel [[Codex diplomaticus Cavensis]]{{Cita web|url=https://www.monasterium.net/mom/CodexDiplomaticusCavensis/0064/charter|titolo=Documento CodexDiplomaticusCavensis{{!}}0064 - Monasterium.net|accesso=29 marzo 2022}} si trova l'atto di fondazione della chiesa, risalente all'[[868]], voluta dallo stesso Guaiferio. In esso Guaifero dichiarava di aver interamente costruito la Chiesa di San Massimo proprio accanto alla sua casa. La sua famiglia longobarda poteva accedervi direttamente attraverso un andito coperto da volta a botte, probabilmente ancora oggi esistente e le era riservata una porta secondaria, che dava in un ambiente sottostante, dove era edificato (probabilmente) un altare in onore di [[San Bartolomeo]]. La Chiesa fu abbellita nel secolo successivo e divenne parte del "Monastero di San Massimo", adiacente al ristrutturato ed ingrandito [[Palazzo San Massimo]]. {{Quote|''Situato nel quartiere denominato “Plaium Montis”, alle pendici del colle sul quale sorge il Castello Arechi, a due passi dal Giardino della Minerva e dal Duomo, nel cuore dunque della città storica, il Palazzo ingloba l’omonima chiesa, sorta nell’868 d.C per volontà del principe longobardo Guaiferio. La chiesa di San Massimo presenta ancora il pavimento originale in opus sectile marmoreo di magnifica fattura......Gli innumerevoli passaggi di proprietà, soprattutto tra il XVII e il XVIII secolo, sono testimoniati dai principali elementi di pregio artistico-architettonico della fabbrica, quali il portale d’ingresso, le volte a gavetta incannucciate con i suggestivi trompe-l’oeil ed i solai lignei al piano nobile, coperti all’intradosso da incartate splendidamente decorate a guazzo con paesaggi costieri.''Raffaele Pinto[https://www.bing.com/images/search?q=chiesa+di+san+massimo+a+salerno&view=detailv2&id=B93CB1E0EAF23A69A0B61DBC49D1F02769680D1A&selectedindex=0&thid=OIP.I6q1xRbfiX-4z1pgY3UIDwHaE8&ck=6708D24E1BD0320484EE6EEDCA06F868&ccid=I6q1xRbf&exph=683&expw=1024&idpbck=1&form=IQFRBA&ajaxhist=0&ajaxserp=0&simid=608021710533447993&mediaurl=https%3A%2F%2Fwww.classicult.it%2Fwp-content%2Fuploads%2F2020%2F01%2FPicture4-1024x683.jpg&cdnurl=https%3A%2F%2Fth.bing.com%2Fth%2Fid%2FR.23aab5c516df897fb8cf5a606375080f%3Frik%3DGg1oaSfw0Um8HQ%26pid%3DImgRaw%26r%3D0&vt=0 Foto ed articolo sulla Chiesa di San Massimo]}} La chiesa con il palazzo ed il monastero passarono di proprieta in varie occasioni nei secoli successivi, a cominciare da quando -intorno al 1100- furono date ai [[Benedettini]] dell'Abbazia di Cava, ma sprofondarono in uno stato di progressivo abbandono e la chiesa originale fu sconsacrata. Solo nel primo [[Settecento]] la chiesa fu completamente ristrutturata come nuova ==Caratteristiche== [[File:Sanmassimopavimento.jpg|thumb|right|300px|Pietra del pavimento nell'originale chiesa longobarda di San Massimo]] Sono poche le vestigia che rerstano dell'originale chiesa longobarda. I resti della chiesa ristrutturata che vediamo oggi sono a navata semplice con pavimento lastricato con decorazioni. {{Quote|''....la chiesa del principe Guaiferio, essa aveva, naturalmente a occidente secondo l’uso longobardo, l’atrio e il campanile che troviamo citati nel giugno 1087 in relazione ad un diritto di sepoltura e, ovviamente, verso oriente l’abside, dietro al quale, fra l’area dell’edificio di culto e beni che lo stesso principe Guaiferio gli aveva assegnato quale dotazione, correva un muro; ma aveva anche un atrio meridionale, ove vi era un arco sotto il quale era dipinto il volto della Vergine..... verso settentrione, invece, confinava con un andito oltre il quale erano siti altri suoi beni. È appena il caso di rilevare che la chiesa che appare da questa documentazione nulla ha in comune con quella che attualmente si vede all’interno di Palazzo San Massimo, se non per il fatto, forse, di insistere sul suo sito ampliato all’atrio meridionale.'' Vincenzo De Simone[https://digilander.libero.it/salernostoria/sanmassimo.htm Foto e saggio sulla Chiesa longobarda di San Massimo]<}} Fu creata una nuova chiesa sul finire del [[Seicento]] con pavimenti maiolicati, con stucchi, un altare di stucco, e varie tele. Nel secolo successivo la navata principale venne coperta da "un soffitto piano a tavole dipinte, con un altare alla Paolina di stucco ed una statua di S.Michele e con una tribuna posteriore"Beni Culturali:Chiesa di San Massimo ([https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1500025138]). Nel primo [[Novecento]] il solaio della nuova chiesa fu sostituito con uno metallico. Nel 2021-2023 sono state fatte notevoli ristrutturazioni nel Palazzo San Massimo[https://www.salernotoday.it/cronaca/lavori-palazzo-san-massimo-30-luglio-2021.html Ristrutturazione facciata] e si spera di ottenere autorizzazioni a scavare sotto la chiesa originale longobarda, nella speranza di rinvenire una cripta contenente i resti di San Bartolomeo e dei possibili dipinti longobardi[https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1500025138 Speranza per Palazzo S. Massimo]. ==Note== ==Vedasi anche== * [[Palazzo San Massimo]] * [[Chiesa di Santa Maria de Lama]] * [[Chiesa di Sant'Andrea de Lavina]] * [[Chiese di Salerno]] {{Chiese di Salerno}} {{portale|architettura|cattolicesimo|Salerno}} [[Categoria:Chiese di Salerno]] [[Categoria:Salerno]] =====================================================

{{Edificio religioso |Nome = Chiesa di Sant'Eustachio Martire |Immagine = |Larghezza = |Didascalia = |SiglaStato = ITA |Regione = Campania |NomeComune = Salerno |Religione = Cattolica |DedicatoA = [[Sant'Eustachio]] |Ordine = |AnnoConsacr = |AnnoSconsacr = |Fondatore = |Architetto = |StileArchitett = Longobardo originariamente |InizioCostr = X secolo |FineCostr = |Demolizione = |Sito = }} La '''Chiesa di Sant'Eustachio Martire''' si trova nel quartiere [[Pastena (Salerno)|Pastena]] di [[Salerno]]. Fondata da nobili [[longobardi]] nel 990 AD, attraverso i secoli ha subito modificazioni fino ai nostri giorni. ==Storia== La chiesa ha origini [[Langobardia Minor|longobarde]], come altre come la Chiesa di San Felice in Felline nella zona immediatamente a sud della città "ippocratica" di San Matteo, dove l'aristocrazia longobarda del [[Principato di Salerno]] seppelliva i propri morti. {{Quote|''Nel 985 nella località Liciniano è offerto un terreno "in ecclesia sancti Eustasii". Nel 990 i principi Giovanni e Sichelgaita costituiscono in dote per la chiesa di S. Maria de Domno da loro fondata una corte in Liciniano "cum meditate ipsa ecclesia sancti Eustasi" ......In un documento del 1404 è indicata a Pastena, "forie Salerni" la "plebs sancti Austasii"''BEWEB-Beni Architettonici.}} Nel [[Settecento]] la chiesa di Sant'Eustachio martire (da non confondere con quella [[Chiesa di Sant'Eustachio (Salerno)|omonima situata a Brignano]]) fu ristrutturata completamente, assumendo l'aspetto attuale[https://catalogo.cultura.gov.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1500047488#lg=1&slide=0 Aspetto attuale della chiesa di Sant'Eustachio Martire]. ==Caratteristiche== L'attuale chiesa ha una struttura rettangolare semplice. {{Quote|'' Edificio a forma rettangolare. Strutture verticali in muratura di pietra intonacata e dipinta. Tetto a due falde con ossatura lignea. Navata coperta con volta a botte e presbiterio con cupola ribassata su pianta rettangolare. Pavimento in battuto di cemento.''}} Nelle mura interne si ritrovano decorazioni con stucchi ed affreschi oltre a vari arredi sacri. All'interno si trova una statua benedetta della [[Madonna di Fatima]], che viene portata in processione regolarmente ogni anno.[https://www.salernotoday.it/cronaca/madonna-fatima-ospedale-ruggi-parrocchia-sant-eustachio.html Processione dalla Chiesa] ==Note== ==Vedasi anche== * [[Chiese di Salerno]] * [[Chiesa di Sant'Eustachio (Salerno)]] * [[Chiesa di San Felice in Felline]] {{Chiese di Salerno}} {{Portale|architettura|Salerno}} [[Categoria:Salerno]] [[Categoria:Chiese di Salerno]] ================================================

{{Edificio religioso |Nome = Chiesa di Sant'Eustachio |Immagine = |Larghezza = |Didascalia = |SiglaStato = ITA |Regione = Campania |NomeComune = Salerno |Religione = Cattolica |DedicatoA = |Ordine = |AnnoConsacr = |AnnoSconsacr = |Fondatore = |Architetto = |StileArchitett = Longobardo originariamente |InizioCostr = X secolo |FineCostr = |Demolizione = |Sito = }} La '''Chiesa di Sant'Eustachio''' si trova nel quartiere "Brignano" del comune di [[Salerno]]. Nelle vicinanze dei ruderi dell'originale chiesetta medioevale di Brignano si alza attualmente la nuova chiesa di Sant'Eustachio dal 1966[https://www.facebook.com/photo/?fbid=100968064867371&set=ecnf.100066621714591 Foto della facciata moderna]. == Storia == La Chiesa fu fondata prima dell'anno mille da nobili [[Langobardia Minor|Longobardi]] del [[Principato di Salerno]] nella zona collinare a sud-est della Salerno medioevale (come la [[Chiesa di San Felice in Felline]]). Durante questi anni longobardi, precisamente nel 1005, si ha notizia della presenza in zona della chiesetta di Sant'[[Eustachio (martire)|Eustachio Martire]] (da non confondere con l’altra chiesa posta nel quartiere salernitano Sant’Eustachio di [[Mercatello]]), principale luogo sacro per tutto il medioevo a Brignano. {{Quote|''L’immobile sacro, realizzato, come tutte le chiese longobarde della zona, lungo un asse est-ovest, presenta un portale d’ingresso rivolto ad ovest. Il tetto della chiesa è crollato a seguito del terremoto del novembre 1980, così come quello della sagrestia, posta lateralmente, e tutta la parte absidale della chiesa....La chiesetta ha una navata unica.'' D. Magliano}} Successivamente nel 1338 la chiesetta veniva chiamata col nome di “Sancti Eustachii de Briniano”. Dopo secoli di poco uso, la chiesa si riduceva in pessime condizioni (anche per colpa dei terremoti del [[Seicento]] a Salerno). Restaurata ed un poco ampliata dal 1899 al 1903, dopo un recupero del tetto semidistrutto, la chiesa di Sant'Eustachio fu riaperta al culto il 9 novembre 1917. Purtroppo durante lo sbarco di Salerno degli Alleati nel settembre 1943 la chiesa fu molto danneggiata e si decise di farne una nuova nelle vicinanze attigue. Fatto che avvenne nel 1966. {{Quote|''La chiesetta originale fu sostituita già nel 1963. Una nuova progettazione, firmata Ing. Giuseppe Postiglione, della nuova chiesa più grande e più vicina al quartiere industriale di Brignano Inferiore, veniva inaugurata il 17 settembre del 1966'' Daniele Magliano}} Attualmente la chiesetta originale giace in uno stato di quasi completo abbandono[https://www.salernonews24.com/cultura-urbana/risorge-la-chiesa-longobarda-di-saneustachio-da-un-oblio-che-dura-da-oltre-sessantanni/ Resti -con foto- dellla originale chiesa di Sant'Eustachio a Brignano]. ==Caratteristiche== La Chiesa di Sant'Eustachio originale conteneva al suo interno 3 altari: il maggiore con la custodia del Santissimo Sacramento, uno entrando a destra dell’Addolorata e l’altro sulla sinistra dedicato al Santo Patrono S. Eustachio. Il pavimento originale era in cotto ed aveva un’organo, presumibilmente posto sopra l’ingresso della chiesetta, che era in stile Ottocentesco. L'attuale chiesa innalzata nel 1966 ha tre navate ed è in stile moderno contemporaneo: {{Quote|''La chiesa (moderna) è a pianta rettangolare, a tre navate, con nicchie e altari laterali e abside semi-ottagonale. Presenta struttura principale in calcestruzzo armato. Le pareti interne si presentano intonacate e tinteggiate in colori chiari oltre che impreziosite con fregi dorati, stucchi e modanature. La pavimentazione dell'aula e del presbiterio è in mattonelle di marmo. La facciata principale è costituita, centralmente, dal portale d'ingresso in legno massiccio sormontato da una pensilina sorretta dal pronao colonnato'' BeWeb-Beni Architettonici }} La chiesa moderna ha una capienza per circa 2000 fedeli e serve la zona industriale di Brignano con un sagrato ingrandito nel 2014[https://www.salernotoday.it/cronaca/sindaco-de-luca-vescovo-moretti-insieme-inaugurazione-chiesa-brignano.html. Nuovo sagrato per la chiesa di Brignano]. == Note == == Voci correlate == * [[Chiese di Salerno]] * [[Chiesa di San Felice in Felline]] * [[Chiesa di Sant'Eustachio Martire (Salerno)]] == Altri progetti == {{interprogetto}} == Collegamenti esterni == * {{Collegamenti esterni}} {{Chiese di Salerno}} {{Portale|architettura|Salerno}} [[Categoria:Chiese di Salerno|Eustachio]] [[Categoria:Chiese dell'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno|Eustachio Martire]] =======================================================================================

{{Edificio religioso |Nome = Chiesa di Santa Maria a Mare |Immagine = |Larghezza = |Didascalia = |SiglaStato = ITA |Regione = Campania |NomeComune = Salerno |Religione = Cattolica |DedicatoA = [[Vergine Maria|Santa Maria]] |Ordine = |AnnoConsacr = |AnnoSconsacr = |Fondatore = |Architetto = |StileArchitett = [[Architettura moderna]] |InizioCostr = [[XIV secolo]] |FineCostr = |Demolizione = }} La '''Chiesa di Santa Maria a Mare''' è una [[chiesa (architettura)|chiesa]] [[Chiesa cattolica|cattolica]] di [[Salerno]], nel quartiere orientale di [[Mercatello (Salerno)|Mercatello]].[https://www.orarimesse.net/santa-maria-a-mare-salerno/ Foto della chiesa di S. Maria a mare] == Storia == La chiesa originariamente risale al [[Trecento]]. Alcuni studiosi De Simone e D'Ambrosio credono essa possa essere anteriore, perché vicina e collegata alle chiese edificate dai [[Longobardi]] per seppellirvi i familiari nell'area di Sala Abbagnano e Giovi (come la [[Chiesa di San Nicola del Pumpolo]] e la [[Chiesa di San Felice in Felline]]). Nel [[XVII secolo]] rimase semidistrutta e abbandonata a causa di alcuni [[terremoti]], specialmente [[Terremoto dell'Irpinia e Basilicata del 1694|quello del 1694]]. Nel secolo successivo fu ristrutturata e riutilizzata. {{Quote|''Già esistente nel 1309 con il rettore Giovanni Aversano, ricordata poi nel 1338 con la stessa denominazione...In seguito, probabilmente nel XVIII secolo è stata ristrutturata assumendo l'attuale configurazione''[http://cir.campania.beniculturali.it/salerno/visite-tematiche/galleria-di-immagini/A00047524 Ministero Beni Culturali: Salerno]}} La chiesa attuale è di recente edificazione. Il sagrato è stato rifatto ed abbellito nel 2020[https://www.salernonotizie.it/2020/11/13/salerno-consegnato-il-sagrato-della-chiesa-di-santa-maria-a-mare-a-mercatello/ Sagratro]. == Caratteristiche == L'edificio attualmente ha forma rettangolare, con strutture verticali in muratura in tufo intonacata e dipinta. Ha una volta a botte con unghie sulla navata ed una cupola emisferica sul presbiterio. Il pavimento è in marmo a lastre rettangolari ed in marmette di graniglia. La facciata esterna, di aspetto moderno, ha un ordine di lesene su parete intonacata. All'interno vi sono stucchi decorativi (in particolare sopra l'altare). == Voci correlate == * [[Chiese di Salerno]] * [[Salerno]] == Note == {{Chiese di Salerno}} {{portale|cattolicesimo|architettura|Salerno}} [[Categoria:Chiese di Salerno]] [[Categoria:Chiese dell'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno]] ===================================================================

{{Opera urbana |nome = Corso Giuseppe Garibaldi |nomiPrecedenti = |altriNomi = |immagine = Casamiasalerno.jpg |didascalia = Il Corso Garibaldi di notte |siglaStato = ITA |città = Salerno |circoscrizione = |distretto = |quartiere = |cap = |tipo = |lunghezza = |superficie = |pavimentazione = |intitolazione = [[Giuseppe Garibaldi]] |progettista = |costruzione = |demolizione = |inizio = |fine = |intersezioni = |interesse = |trasporti = |linkMappa = |nomeMappa = |didascaliaMappa = |latDecimale = |longDecimale = |coordinate regione = }} Il '''Corso Giuseppe Garibaldi''' di [[Salerno]] si trova nel centro cittadino, tra il [[Lungomare Trieste]] ed il [[Corso Vittorio Emanuele II (Salerno)|Corso Vittorio Emanuele II]]. Ha una lunghezza di circa due chilometri ed e' stato definito dal poeta [[Alfonso Gatto]] come "''la strada salernitana con respiro da grande urbe''" ==Storia== [[File:Corso Guiseppe Garibaldi Salerno.jpg|thumb|200px|left|Il Corso Garibaldi vicino alla stazione ferroviaria]] Negli ultimi decenni dell'[[XIX secolo|Ottocento]] il Corso Garibaldi era la strada cittadina che ora si chiama "Via Roma", che iniziava davanti al [[Teatro Verdi (Salerno)|Teatro Verdi]] e finiva all'incirca dove esisteva il Palazzo delle Poste[https://www.salernonews24.com/cultura-urbana/pianta-guida-della-citta-di-salerno-del-1903-la-prima-rappresentazione-ben-dettagliata-della-citta/ Salerno nel 1903]. Dagli anni venti del [[XX secolo|Novecento]] il corso ha assunto il tracciato attuale (che inizia a fianco della "Porta Nova" nelle [[Mura di Salerno|mura medioevali del Centro storico]] per finire vicino alla stazione ferroviaria), venendo abbellito da alcune statue e da vegetazione alberata. [[File:Giovanni Amendola statua.JPG|thumb|100px|right|Statua di Giovanni Amendola]] [[File:Statua della libertà salerno.jpg|thumb|right|100px|Statua della Liberta']] [[File:Salerno - Corso Garibaldi.jpg|thumb|right|200px|Il corso nel 1911, quando era l'attuale Via Roma vicino al Municipio cittadino]] La statua maggiormente famosa è quella davanti all'ex-Tribunale di Salerno, dedicata a [[Giovanni Amendola]]. Un'altra statua rinomata è quella della Libertà, localizzata a poche centinaia di metri di distanza. Sul corso, vicino all'inizio del [[Centro storico di Salerno]], si trova la [[Chiesa di San Pietro in Camerellis]], davanti ad un piccolo larghetto omonimo[https://fondoambiente.it/luoghi/larghetto-di-san-pietro-in-camerellis?ldc Foto del larghetto di S.Pietro in Camerellis nel Corso Garibaldi]. Il Corso Garibaldi rappresenta uno dei tre assi paralleli lungo i quali si è sviluppata l'espansione della città. Infatti, insieme al Lungomare Trieste e a Via dei Mercanti-Corso Vittorio Emanuele, collega i due margini di Salerno centrale, dal centro storico alla stazione ferroviaria. I due palazzi di maggiore importanza sul corso sono il [[Palazzo delle Poste e Telegrafi (Salerno)|Palazzo delle Poste]] ed il [[Palazzo di Giustizia (Salerno)|Palazzo di Giustizia]] (le loro attività sono state spostate altrove recentemente). Comunque altri palazzi notevoli si affacciano sul Corso ed anche sul Lungomare Trieste, come il [[Palazzo Santoro]] ed il [[Palazzo D'Ambrosio]]. Inoltre la scuola elementare "Vicinanza" ha l'entrata principale sul corso, a fianco dell'ex-Tribunale. ==Note== ==Voci correlate== * [[Corso Vittorio Emanuele II (Salerno)]] * [[Lungomare Trieste]] * [[Stazione ferroviaria di Salerno]] * [[Chiesa di San Pietro in Camerellis]] * [[Centro storico di Salerno]] * [[Palazzo delle Poste e Telegrafi (Salerno)]] * [[Palazzo di Giustizia (Salerno)]] * [[Palazzo Santoro]] * [[Palazzo D'Ambrosio]] == Altri progetti == {{interprogetto}} {{Portale|Salerno}} {{Palazzi di Salerno|Architetture di Salerno}} [[Categoria:Strade di Salerno]] ==================================================

MONETAZIONE LONGOBARDO-SALERNITANA La zecca longobarda di [[Salerno]] iniziò la coniazione di monete nell'[[851]] circa, anno di fondazione del [[Principato di Salerno|principato]] a seguito delle lotte di successione per il trono beneventano tra [[Siconolfo di Salerno|Siconolfo]] e [[Radelchi I di Benevento|Radelchi]]. Lo scontro fra i due pretendenti durò oltre dieci anni e in questo periodo Siconolfo trasferì a Salerno la capitale del [[Ducato di Benevento|principato beneventano]]. A seguito dell'istituzione dell'autonomo principato longobardo di Salerno, Siconolfo iniziò a battere solidi d'elettro e denari d'argento sui quali continuava a comparire la dizione ''princeps benebenti'' per le pretese al trono avanzate da Siconolfo. Inizialmente, dunque, furono coniati soprattutto i suddetti due tipi monetali, fino al periodo compreso tra l'ascesa al trono di [[Gisulfo I di Salerno|Gisulfo I]] e la caduta del principato con [[Gisulfo II di Salerno|Gisulfo II]], cento anni dopo. In questo periodo iniziarono ad essere coniati [[tarì]] d'oro ad imitazione delle monete islamiche circolanti nel sud Italia e nella vicina [[Amalfi]]. Inizialmente questi tarì erano riproduzioni più o meno fedeli degli originali, con legende pseudo [[Cufico|cufiche]], successivamente sostituite con scritte inneggianti ai sovrani cattolici del principato. Tale scelta era dettata da motivi economici. Da diversi anni, infatti, nell'Italia meridionale circolavano monete bizantine e islamiche come i ''roba' i'' degli emiri siciliani e del Nordafrica. Con Gisulfo II inizia la coniazione di follari ai tipi dei modelli bizantini, con la raggiunta di alti livelli stilistici come per il follaro alle fortificazioni riportante la famosa dicitura ''Opulenta Salernu''. Dai primi anni dell'anno mille Salerno ebbe un ruolo di sempre maggiore rilievo, sia nei confronti di Benevento, che rispetto a tutto il sud Italia. Nel [[1077]] la città fu conquistata dal normanno [[Roberto il Guiscardo]]. La monetazione della città continuò ininterrottamente anche in epoca normanna fino alla soppressione della zecca nel [[1198]].

3 comments:

  1. I find very interesting the article, but I don't know well the Italian language. Can it be translated in plain English?

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  2. CHE GRANDE UOMO CHE GRANDE EROE

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