Thursday, March 21, 2013

COLONIE GENOVESI NELLA ROMANIA MEDIOEVALE

COLONIE GENOVESI IN ROMANIA

Le Colonie genovesi in Romania furono create dalla Repubblica di Genova nelle coste della Romania nel Duecento, Trecento e Quattrocento per scopi commerciali.


Rovine del forte genovese di Enisala


Vicende storiche

Durante il periodo di massima espansione della Repubblica di Genova tra il Duecento ed il Quattrocento, i genovesi crearono molte colonie e porti commerciali/militari nel Mar Nero settentrionale (principalmente in Crimea) e lungo le coste intorno alla foce del Danubio (leggere: http://books.google.it/books?id=cctDAAAA… Colonie commerciali genovesi in Dobrugia e Bessarabia; p.97)
Questi insediamenti genovesi servirono principalmente a proteggere le rotte commerciali marittime che hanno fatto di Genova una potenza in questo settore. Va notato che i genovesi non hanno mai occupato questi territori con la forza, ma li hanno acquistati da popolazioni locali come “concessioni” per scopi commerciali.
Alcune di queste colonie si trovavano nel Budjak, noto anche come Bessarabia costiera (ora Ucraina, ma storicamente facente parte del Principato di Moldavia ), ed anche nella Moldavia storica (ora in Romania e Repubblica Moldova, ma nel medioevo parte dello stesso Principato di Moldavia).

Colonie genovesi
Le maggiori colonie erano Moncastro, Licostomo, Caladda, Costanza e San Giorgio. Tra le minori vi erano sul Danubio: Calafat, Vicina (Isaccea) e Sfântu Gheorghe.

Moncastro
La più importante di queste colonie fu senza dubbio l’impressionante “Moncastro” sopra l’estuario del fiume Dniester nel Mar Nero (chiamato anche “Maurocastro” o “Samastro”) oggi inglobato in Bylgorod Dnistrovsk (detto “Cetatea Albă” quando esisteva il Principato di Moldavia).
Riferimenti storici precisi hanno fatto scoprire che Moncastro divenne colonia genovese prima del 1381 AD, quando i genovesi riuscirono a strappare la città al controllo dei Tartari , anche se una data precisa non è disponibile. Infatti i Genovesi nel 1315 vi fondarono una piccola base commerciale, proprio vicino al luogo dove vi erano le rovine della greca “Asprokastron” (chiamata Tyras durante l’impero romano).(leggere: http://books.google.co.uk/books?id=0xNYm… Genovesi a Moncastro)

Non sappiamo precisamente quando Maurocastro divenne una colonia genovese, ma certo prima del 1400, forse prima di Chilia, che divenne genovese nel 1381. Le carte nautiche dal sec. XIII al XVII elencano tutte costantemente Maurocastro (o anche Moncastro) accanto a Licostomo (Chilia), porti che servivano moltissimo per il commercio con l'Oriente, e massime per quello del grano. Dopo il 1410 Cetatea Albă divenne una città moldava sotto Alessandro il Buono, ma non ci è dato sapere in qual modo e a quali condizioni fu presa ai Genovesi, i quali ultimi, per altro, rimasero numerosissimi nella città anche sotto la signoria dei principi moldavi, talché il cronista francese Jean de Wavrin, che vi fu nel 1445, la riteneva ancora possesso genovese. Risalgono all'epoca del dominio genovese le mura e la cittadella che hanno uno spiccato carattere italiano (Enciclopedia Treccani, edizione 1931).

Licostomo
Nel 1381 AD fu fondato il porto/colonia Licostomo sul Danubio, con scopi sia commerciali che militari (il termine Licostomo tradotto significa “due fori di lupo”). Molte fonti storiche dicono che questa era la città portuale detta “Kili” (oggi Chilia). Ma non è certo esattamente dove era una volta la posizione di Licostomo (forse era esattamente tra Kili e Vilkovo (Vâlcov), all’inizio dell’enorme delta del Danubio. Alla luce di recenti ricerche, Licostomo viene associato con un piccolo insediamento detto Periprava, che si trova nei pressi di Vâlcov (Iliescu, Ottaviano. ” Contributi à l’histoire des Colonies génoises en Roumanie aux XIII - XVE Siècles”, Revue d’Histoire roumaine, no. 28 del 1989, pag 25-52).
Un registro di Licostomo -tenuto dal notaio Antonio Genovese Podenzolo tra il novembre 1360 ed il maggio 1361- mostra una intensa attività commerciale nel Danubio: da qui alla capitale dell’impero bizantino venivano esportate grandi quantità di grano, miele, cera, vino, sale, pesce ed altri prodotti.
Licostomo, come porto/colonia genovese, non esisteva più nel periodo storico dopo il 1418 AD: cioè questa parte della Bessarabia storica cadde sotto il controllo dell’ Impero Ottomano ed i genovesi furono conseguentemente espulsi dalla regione.

Caladda
Un altro porto/colonia genovese sul Danubio era “Caladda” (ora Galati), che secondo le fonti storiche divenne genovese nel 1395 AD, e rimase tale fino al 1445 AD quando cadde sotto il controllo del Principato di Moldavia.

Costanza
Durante il medioevo Costanza è stata uno dei porti per scambi commerciali di Genova nel Mar Nero. Mercanti ed armatori genovesi vi si stabilirono fin dal Duecento. Fino ad oggi è rimasto di quel tempo una costruzione chiamata “Faro genovese”.
Nel 1850, Ion Ionescu de la Brad scrisse: ”Constanza, menzionata gia’ con questo nome nel 1318, nel portolano di Pietro Visconti, fa parte anche essa della serie di colonie genovesi nel Mar Nero. Anche se era solo una base ausiliare, i genovesi hanno costruito qui dei depositi, una diga, un muro di difesa.Küstendje (=Constanza) e’ stata un’antica citta’ culturale, costruita dai genovesi.” Dei testimoni della fine dell’800 attestavano che, nel 1896, quando sono cominciati i lavori per costruire il nuovo porto di Costanza, si potevano ancora vedere le rovine dei magazzini genovesi e una parte della diga costruita da loro nel Medioevo. Il cosiddetto “Faro Genovese”, che ha funzionato fino al dicembre 1913, ancora si puo’ vedere sul lungomare davanti al Casino.
Inoltre storici come Ion Ionescu de la Brad affermano che Costanza, quando fu conquistata dai Turchi nel Quattrocento, aveva un quarto della sua popolazione di origine genovese (Ion Ionescu de la Brad. ”Compte rendu de l’administration des domaines de son Altesse le Grand Vizir Réchid Pacha, depuis le 1-er Mars 1853 jusqu’au 1-er Mai 1854”. Imprimerie C.A. Rosetti, Bukarest, 1866).

San Giorgio
Giurgiu -situata nel Danubio ad appena 50 km. da Bucarest- fu fondata dai genovesi (che vi stabilirono una banca ed il commercio della seta e del velluto) e prende il nome dal santo patrono di Genova (San Giorgio).
La prima menzione della città di Giurgiu genovese è nel documento ”Codex Latinus Parisinus” del 1395 AD, durante il regno di Mircea I di Valacchia, quando venne citata come “Zorio”.

Va precisato che i Genovesi crearono anche una piccolissima base commerciale sul mare, al centro del delta danubiano, con un nome simile a San Giorgio (come Giurgiu) e che oggi si chiama Sfântu Gheorghe.

Forti genovesi
I genovesi crearono anche alcuni forti a difesa delle loro rotte e colonie commerciali. Siccome le colonie erano situate alla foci del Danubio e Dniester (per commerciare via fiume con l’interno), furono create delle fortificazioni in punti strategici.
I castelli più famosi, giunti fino a noi in condizioni rifatte nei secoli successivi al Medioevo, sono: Enisala, Ilice ed Alciona.
* ”Enisala”. Una importante fortificazione genovese fu fatta su una collina sovrastante il delta danubano meridionale, vicino l’attuale Tulcea (leggere: http://www.xplorio.ro/cetatea-enisala-he… Fortificazione Enisala). Enisala fu innalzata nel Duecento su una anteriore costruzione romano-bizantina ed ebbe un ruolo militare e commerciale, ma anche politico ed amministrativo (i Turchi la distrussero nel Quattrocento). Infatti sul lago Razim si possono vedere le vestigia della cittadella di “Heracleea” (piccola cittadina protetta dal forte Enisala), costruita dai mercanti genovesi intorno al 1250 AD e conquistata dal sultano Mehmet I nel 1417 AD. Nel Cinquecento, la cittadella era stata abbandonata definitivamente.
* ”Ilice”. Un castello genovese fu costruito alla foce del Dniester in Bessarabia.Guido Astuti. “Le colonie genovesi del Mar Nero ed i loro ordinamenti giuridici” p. 107 Il forte Ilice rimase in mano genovese per oltre un secolo, fino al 1455 AD quando fu conquistato da Maometto II (leggere: http://banatica.ro/media/b19/asjh.pdf Forte Ilice, p.53).
* ”Alciona”. I genovesi si spinsero all’interno dell’attuale Moldavia e costruirono il forte Alciona (chiamato anche “Olihonia”) sul Dniester, a circa 160 km a nordest di Chisinau. Successivamente il forte genovese fu ingrandito e sostituito da quello detto “Cetatea Soroca” nel Quattrocento (leggere: http://www.historia.ro/node/1830 Simona Deleanu, “Historia”). Del resto lo storico Nicola Bulat considera che l’attuale castello di Soroca sia opera inizialmente dei genovesi, che vi avevano un piccolo centro commerciale attivo con l’Ucraina centro-occidentale (leggere: http://www.scribd.com/doc/30331506/SOROC… Forte Soroca).

Inoltre il castello di Khotyn, situato attualmente nella Podolia dell’Ucraina ma fino al 1945 in territorio rumeno della Bessarabia settentrionale vicino alla Bucovina, si innalza su un’originaria fortificazione di origine genovese (Fortezza di Chotyn) creata nella seconda metà del Duecento (leggere: http://www.encyclopediaofukraine.com/dis… I genovesi a Khotyn).

Popolazione
I coloni genovesi in Dobrugia e Bessarabia furono solo alcune centinaia, ma con le rispettive famiglie raggiunsero probabilmente una certa consistenza. Studiosi come Nicolae Bulat stimano -per esempio- che a Moncastro nel Quattrocento vi erano circa 4.000 abitanti, la metà dei quali genovesi o di origine mista tra genovesi e gente locale.
Comunque la conquista turca li massacrò, costringendo i sopravvissuti a trasferirsi a Costantinoli (ormai diventata Istanbul) o altrove. Alcuni riuscirono a tornare in Liguria, ma altri rimasero nell’area della Bessarabia e Dobrugia. Infatti famiglie illustri della nobiltà moldava -detti boiarii (o boiardi)- fanno risalire la loro origine ad alcuni di questi coloni. Tale è il caso dei “Negruzzi” di Iasi: Iacob Negruzzi e Costache Negruzzi, considerati talora i primi Italo-romeni dei nostri giorni.
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Dallo studio appare evidente che i genovesi crearono colonie intorno alla foce del Danubio e del Dniester (detto Nistro dai moldavi) e fortificazioni lungo questi due fiumi per qualche centinaio di km all’interno. Sul Dniester crearono una base/fortificazione detta “Khotyn” in quella che ora e’ la Podolia dell’Ucraina occidentale, mentre sul Danubio arrivarono fino alle vicinanze delle “Porte del Danubio” e vi fecero un’altra loro base/fortificazione detta “Calafat”. Insomma commerciarono in due direzioni verso l’Europa centrale, risalendo questi due fiumi. E, guarda caso, questi due fiumi sono i limiti delle popolazioni romene: a questo punto viene voglia di riflettere sul fatto che i genovesi possono avere “facilitato” il ritorno della civilta’ romana tra gli imbarbariti valacchi ed essere una delle ragioni del perche’ il neolatino esiste nei Balcani solo in Romania.
I genovesi commerciarono fino alle cosiddette "Terre Boholovene" nell'attuale Podolia (Ucraina nord-occidentale), creando il forte di Chotyn non lontano dal corso settentrionale del fiume Bug.